Xavier Institute for Higher Learning

Prima di entrare alla Scuola, Sophie aveva sempre condiviso la stanza con le proprie gemelle. Ogni stanza però ha spazio solo per due studenti, quindi la più giovane delle cinque Naiadi di Stepford si è ritrovata come coinquilina Ruth, alias Blindfold.

L’accoppiata tra l’estroversa telepate e l’introversa veggente senza occhi è stata quantomeno bizzarra. Ora entrambe stanno guardando la televisione, anche se “guardando” è un termine strano per Blindfold.

-Sarei dovuta andare io in televisione, non quegli sfigati che stanno combattendo Arcade – si lamenta Sophie. [1]

-Perché lo chiedi a me? Leggigli la mente – interviene Blindfold.

-Uh? Io non ti ho chiesto niente. Non ricominciare a rispondere a quello che devo ancora dire, è irritante.

Qualcuno bussa alla porta.

-Aspettavi qualcuno?

-E’ Quentin. E’ venuto a scaricarti.

-Molto divertente, Ruth. Senti, và a dire a quel secchione che sono uscita con lui solo una volta per far ingelosire le mie sorelle. Non esco con i telepati.

Scuotendo la testa, la veggente si avvicina alla porta. Può già vedere che entro pochi secondi si troverà davanti il ragazzo; quello che non sa è che questa non è una visione, ma un’illusione telepatica.

Dall’altra parte della porta c’è infatti un Madrox che prima di prima di premere il grilletto dice:

-Niente di personale.

Il dardo tranquillizzante fa perdere i sensi a Blinfold in un istante. Sophie scatta in piedi, cercando di comunicare telepaticamente con le proprie gemelle…ma qualcosa sta effettuando una pesante interferenza.

-Che sta succedendo!?

-Considerati scaricata, Sophie – risponde Quentin Quire, appena entrato nella stanza al seguito di Madrox.

Sophie vorrebbe urlare, ma un dardo la mette al tappeto.

Durante tutto questo, la televisione ha interrotto all’improvviso le avventure dei giovani X-Men per mostrare un uomo dal volto coperto da uno strano effetto pixel trasmettere il proprio messaggio:

-Buona sera, America. Sono l’Agente Zero, leader dei Guardiani. Secondo i miei dati, quaranta milioni di persone stanno seguendo lo show di Arcade in questo momento. Ora che avete assistito al messaggio ipnotico trasmesso durante il programma, chiunque di voi sia un mutante è ora sotto il mio comando. Attendete ulteriori istruzioni. Le trasmissioni riprenderanno ora il proprio corso; grazie per averci seguito.

-Agente Madrox ad Agente Zero: infiltrazione iniziata.

Quentin Quire osserva la cupola energetica avvolgere l’Istituto, e non può fare a meno di sorridere.

 

 

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#8

Marvel IT Presenta

Riunione

Fabio Furlanetto

testi

rossointoccabile

supervisione

Carlo Monni

supervisore capo

Mr. T

Presidente

 

Un’ora dopo, all’esterno dell’Istituto

La folla di curiosi e giornalisti non ha tardato a formarsi. Polizia ed FBSA hanno presidiato la zona attorno alla cupola, cercando di tenere sotto controllo la situazione. Solo due uomini riescono a superare il cordone di sicurezza, grazie alle credenziali SHIELD esibite da uno di loro. L’altro indossa degli occhiali da sole nonostante il sole stia già calando.

-Dimmi che la notizia dell’ipnosi di massa non è vera.

-Lo SHIELD sa benissimo che è una bufala, ma non può rivelarlo perché sarebbe come ammettere che monitora tutte le comunicazioni civili. Nick Fury può anche avere un occhio solo, ma sulla politica ci vede benissimo.

-Nessuna idea di chi ci sia dietro?

-Qualcuna. Non è un campo di forza, è una sorta di bolla di plastica iper-resistente. Capace di resistere a qualsiasi cosa al di sotto di un’atomica. Il Teschio Rosso ha usato qualcosa di incredibilmente simile in passato, ma la lista di chi ha le risorse per duplicare un trucco del genere è abbastanza lunga.

-Grandioso. Ci mancavano solo i nazisti – sospira l’uomo con gli occhiali da sole, appoggiando la mano sulla cupola.

I poliziotti lo guardano storto, ma lasciano correre. L’altro uomo si avvicina, parlando a voce bassa.

-Puoi abbatterla?

-Non con tutti questi avvoltoi attorno.

-Mettiti nei loro panni, Scott: gli hanno appena detto in diretta nazionale che i mutanti stanno per dichiarare guerra all’America. Ti stupisce che chiedano qual è la posizione della cosa più vicina a una leadership che i mutanti abbiano?

-Non è così semplice, Madrox.

-Sì che lo è. Credi che sia un caso che tutte le comunicazioni con la Scuola siano cadute proprio adesso? Rispondere con il silenzio non serve a nessuno.

-Vuoi che gli spieghi che i mutanti non sono la vera minaccia e che poi spacchi a metà una cupola indistruttibile?

-No, voglio che gli dimostri che i mutanti non hanno più bisogno di nascondersi.

Si alza un vento impetuoso ed innaturale, sollevato dal jet supersonico che se ne sta fermo in posizione sopra la Scuola. Telecamere e fotografi si girano verso l’alto, immortalando il gruppo di giovani mutanti che scende a terra grazie ad un campo telecinetico.

-Gli X-Men! Sono arrivati gli X-Men! – è il chiacchiericcio generale dei giornalisti, che si affrettano verso il punto di atterraggio.

“Mio Dio, eravamo veramente così giovani?” si chiede Scott Summers alias Ciclope, con un misto di orgoglio e nostalgia.

 

La Bestia ed Havok sono i primi ad essere accerchiati dalle telecamere: entrambi sono abbastanza famosi rispettivamente come ex Vendicatore ed ex leader di X-Factor, dopotutto. Forzuto fa del proprio meglio per allontanare gli studenti; per fortuna non sanno ancora quanti ascolti ha fatto il loro scontro con Arcade, altrimenti Satiro e Rockslide starebbero già firmando autografi.

Syrin invece si dirige direttamente da Madrox, chiedendo con tono accusatorio:

-Ma tu non te ne eri andato definitivamente?

-Non guardare me, mi confondi con l’originale. Io sono solo uno dei doppi... credo.

-Puoi usare la tua autorità di agente SHIELD per allontanare queste persone? I poteri sonici di Theresa potrebbero essere un incentivo – li interrompe Ciclope.

-Mi fa piacere che tu ti sia degnato di farti vivo, Scott – commenta gelida la donna.

Se il chiaro astio nelle sue parole genera una reazione nell’X-Man, gli occhiali scuri la nascondono molto bene.

 

-Omiodio, quello è Ciclope!? – chiede Cloud-9.

-Non sembra poi così tosto – commenta Satiro, guadagnandosi un pugno alla spalla da Surge.

-Un po’ di rispetto per uno degli X-Men originali.

-La situazione dev’essere davvero seria se è tornato. Forse dovremmo allontanarci come ci ha chiesto la professoressa Cassidy – suggerisce Dust.

-E per cosa? Saremo già a venti o trenta metri. Spara solo raggi laser dagli occhi – risponde Rockslide.

Poi Ciclope si toglie gli occhiali e spalanca gli occhi.

La notte diventa rossa. L’impatto del raggio ottico con la cupola è così forte da scuotere il terreno come un piccolo terremoto, ma ancora non è sufficiente. Poi un secondo raggio si unisce all’attacco, molto più luminoso ma focalizzato sullo stesso punto. Ciclope non ha bisogno di distogliere lo sguardo per capire di chi si tratti.

-Posso farcela da solo, Alex.

-Questo lo so anch’io, ma ci stai andando un po’ pesante e vorrei evitare che tu rada al suolo la Scuola. Sai, forse il fatto che Havok ti suggerisca di andarci piano dovrebbe dirti qualcosa.

-Non ti facevo il tipo da parlare in terza persona, fratellino. Fatto – conclude Ciclope, richiudendo gli occhi.

Anche Havok cessa l’attacco, e quando il fumo si dirada la ferita inferta alla cupola è ben visibile. E’ un foro largo poco più di un metro.

 

Convincere i civili a non avvicinarsi non è difficile, ed anche la polizia ha abbastanza cervello da non volersi immischiare. Tutti i mutanti presenti sono invece radunati davanti al foro, e Ciclope inizia a dare ordini senza nemmeno farci caso.

-Havok, Syrin, Bestia, voi siete con me. Forzuto, resta qui a tenere d’occhio i ragazzi. Madrox, tu organizza...

-Veniamo anche noi – obietta Surge.

Gli occhi che potrebbero radere al suolo una montagna incrociano gli occhi a mandorla della ragazza. Nessuno dice nulla per cinque secondi abbondanti.

-Hank. I ragazzi sono pronti?

-Più di quanto lo fossimo noi ad affrontare Magneto la prima volta – risponde il mutante dalla pelliccia blu.

-Hey, perché io devo restare? – protesta Forzuto.

-Perché sei troppo grosso per passare da quel buco, genio. Non preoccuparti, resterò qui a tenere d’occhio i civili mentre mi unisco al gruppo – risponde Madrox, dando una testata contro la cupola per potersi sdoppiare.

-Quindi anche Rockslide resta fuori, giusto?

-Spiacente, prof, ma io sono in prima linea questa volta – risponde fiero il giovane di pietra, staccandosi la testa dal corpo e gettandola dall’altra parte del foro.

Ciclope si concede un sorriso, sperando che nessuno lo noti: nuocerebbe alla sua reputazione.

 

All’interno della Scuola

Quentin Quire si sente a disagio in presenza dell’Agente Zero. Non è solo perché il congegno che porta al polso, la Nebbia di Guerra, scherma completamente i pensieri alla sua telepatia. E’ la maschera olografica ad essere inquietante, nel modo in cui dissimula i suoi lineamenti distorcendoli con un effetto pixel.

Al suo confronto l’espressione innaturalmente vacua di David Alleyne alias Prodigy, che sta riconfigurando manualmente Cerebro, è quasi rassicurante.

-Sei sicuro che funzionerà, Zero?

-I migliori scienziati a disposizione dei Guardiani ci hanno lavorato per anni, Quire, e grazie al tuo aiuto Prodigy possiede tutte le loro facoltà.

-Trasferire telepaticamente le loro capacità tecniche non è stato semplice, Zero. Se vuoi che continui anche a tenere sotto controllo sia lui che gli altri studenti, avrò bisogno di un’altra dose.

-Perché no, a questo punto non può fare altri danni. Perché tu ed il nostro ospite non prendete una bella dose di ormone di crescita mutante?

Il sangue di Quentin ribolle al solo suono di queste parole, ed è solo il desiderio di un’altra dose a dargli il coraggio di guardare l’ospite.

L’uomo vestito di bianco siede nell’ombra di Cerebro. Due fiale escono dalle tasche dell’Agente Zero, volando verso l’ospite e la siringa che sta fluttuando di fronte ai suoi occhi.

L’Agente Zero sa bene di dover limitare Quire: per quanto i suoi scienziati abbiano rifinito la polvere, superare una fiala al giorno gli ridurrebbe il cervello in poltiglia.

L’ospite ne ha assunte venti nell’ultima settimana.

-Mi chiedo se Xavier si è mai reso veramente conto di che cosa aveva costruito. Cerebro è in grado di analizzare milioni di persone in pochissimo tempo, identificando microscopiche differenze genetiche e mentali. Aveva a disposizione i mezzi per leggere il polso della psiche umana su scala planetaria e lo usava per raccattare orfani. Peccato che solo un telepate del suo calibro possa usarlo senza friggersi le sinapsi.

-Al diavolo Xavier, con questa roba sono mille volte meglio di lui! – si vanta Quentin, sedendosi sulla poltrona di comando di fronte all’interfaccia di Cerebro.

Poi l’intera Scuola inizia a tremare, come se fosse appena stata colpita da un terremoto.

-Rapporto – ordina subito l’Agente Zero tramite il proprio comunicatore.

-Breccia nella barriera esterna, signore. Intercettiamo gli intrusi.

-No. Vado io – interviene l’ospite, alzandosi in piedi.

-Ne sei sicuro? Siamo vicini all’attivazione di Cerebro – obietta l’Agente Zero.

-Ho fame – risponde il Predatore.

 

Il giardino della Scuola Xavier

 

La resistenza all’ingresso è davvero minima: a malapena due dozzine di uomini armati fino ai denti. Ciclope non si lascia coinvolgere nello scontro, lasciando che sia un assieme di scariche elettriche, sabbia, onde sonore e pugni di pietra ad occuparsi dei Guardiani.

La sua analisi tattica non lascia alcun dubbio sul fatto che l’unico intento di questo piccolo diversivo sia di assicurarsi che il suo gruppo si trovi in questo punto, in questo momento.

-Uhm...mister Summers? Che facciamo ora? – chiede timidamente Cloud-9, esitando a rivolgere la parola ad uno dei suoi idoli.

-Aspettiamo qui.

-Ma...non siamo allo scoperto, qui fuori? All’interno saremmo più al sicuro, no?

-Certo. Ma metteremmo in pericolo gli ostaggi. Rifiutandoci di entrare nella trappola, costringiamo il nemico ad affrontarci secondo i nostri termini.

-Wow.

Ciclope osserva attentamente la ragazza, senza doversi preoccupare che lei se ne accorga: uno dei vantaggi del visore. E’ visibilmente agitata; se capisse che lui se ne è accorto, peggiorerebbe soltanto la situazione.

-Avrò bisogno di un secondo in comando, Cloud-9. I tuoi test dimostrano un’abilità tattica superiore alla norma.

-Conosce il mio nome?

-Ho letto tutti i rapporti di Madrox e McCoy. Questa scuola è la mia vita.

 

Mentre Ciclope sta parlando con Cloud-9, Surge osserva da lontano con disappunto. La Bestia lo nota immediatamente: sa che Noriko considera Scott il proprio X-Man di riferimento, e si aspettava fosse lei la prima a correre a parlargli.

-Non l’ho mai visto mettere piede alla Scuola da quando sono qui. Perché improvvisamente è il capo? – chiede la ragazza.

-Perché ne ha bisogno. Ti dispiace tenere sotto controllo l’elettricità statica che stai generando? Ho la pelliccia che sembra uscita dalla centrifuga.

Un uomo di colore in tuta da ginnastica bianca si materializza tra i due mutanti. Appoggia una mano sulle spalle di Surge, assorbendo tutta l’energia elettrica prodotta dal suo corpo, mentre tramuta l’altra in un pugno di titanio che mette immediatamente al tappeto la Bestia.

-Il Predatore! – vorrebbero urlare diversi tra i presenti, ma dalle loro bocche non esce nessun suono.

Lo stesso campo anti-sonico che rende impotente Syrin impedisce al gruppo di coordinarsi. Le scariche di energia rilasciate da Ciclope ed Havok, sufficienti ad abbattere un grattacielo, sono completamente assorbite dal potere del Predatore.

 

Madrox estrae la pistola dalla fondina all’interno della giacca, osservando uno dopo l’altro i giovani X-Men caricare a testa bassa. Vorrebbe dirgli che questo è esattamente quello che devono evitare con il Predatore, dato che l’uso diretto di poteri mutanti è assolutamente inutile con lui.

Il Predatore sviluppa infatti il potere adatto a sconfiggere ognuno di loro: controllo del magnetismo con cui può immobilizzare Mercury, controllo dei venti con cui può disperdere la tempesta di sabbia in cui si trasforma Dust e le nuvole generate da Cloud-9, telecinesi con cui ridurre a brandelli Rockslide, fattore rigenerante per contrastare il tocco mortale di Wither, e non sa nemmeno con cosa colpisca Satiro per farlo crollare a terra con una sola occhiata.

La velocità con cui passa da un potere all’altro è incredibile. Madrox non ha mai visto nulla di simile in altri avversari capaci di duplicare i poteri altrui, come il Mimo od il Super-Adattoide. E a differenza di loro, se c’è un limite ai poteri che può gestire in contemporanea deve ancora raggiungerlo.

Madrox punta la pistola verso il Predatore, che ha appena messo fuori combattimento una dozzina di mutanti dimostrando altrettanti poteri. Il Predatore potrebbe scegliere numerosi modi per disarmarlo; invece si limita ad annullare il campo anti-sonico ed ordinare con tono calmo ma deciso:

-Tu vieni con me.

 

Cerebro

 

Questa è una delle macchine più complesse del pianeta; in effetti, buona parte della sua tecnologia di quest’ultima versione proviene da mondi molto più alieni.

La maggior parte della strumentazione è ospitata all’interno di strutture ridondanti nascoste in ogni parete della Scuola: questa è più che altro la sala comandi. La sua forma sferica è studiata per amplificare le onde mentali, ma ha anche un uso inatteso: oggi è anche una prigione.

Uno dopo l’altro il Predatore teleporta studenti ed insegnanti catturati, incatenati alle pareti. Mantenerli sedati non è stato facile all’inizio, dato che molti di questi mutanti hanno fisiologie imprevedibili. Questo prima che Cerebro fosse attivato.

Ora che funziona a pieno regime, Cerebro può mantenere i mutanti selezionati in uno stato catatonico. Per farlo consuma più energia di quanto faccia normalmente.

Surge non sa niente di tutto questo. Il suo corpo assorbe costantemente energia elettrica dall’ambiente circostante, e Cerebro non sembra fare eccezione. Non basta a spegnerlo, grazie ai generatori di emergenza, ma basta a tenerla sveglia.

La visione è orribile: non tanto risvegliarsi incatenata a un muro, accerchiata da studenti ed insegnanti privi di sensi. Quanto per lo stato in cui è ridotto Quentin Quire, seduto al posto di comando di Cerebro, la bocca spalancata e lo sguardo morto.

-Bastardichecosagliavetefatto – si lamenta parlando a super-velocità, cercando di liberarsi con la forza dalle catene.

L’Agente Zero appoggia una mano sulle spalle di Quentin, dalla cui bocca sta scendendo un filo di bava.

-Questo ragazzo ha una mente straordinaria; il suo cervello opera a livelli superiori persino a quelli di Xavier. Ma più una stella brucia intensamente, più è breve la sua vita. In quel poco di vita che gli resta, compirà quello che gli X-Men non sono mai riusciti a fare.

-E sarebbe cosa, farci mangiare tutti da questo mostro?

Il Predatore non reagisce. Non può offendersi per la sua posizione nella catena alimentare. Ma anche se lascia che sia l’Agente Zero a parlare, non toglie mai gli occhi di dosso da Surge.

-Ho trasformato Cerebro in un gigantesco trasmettitore telepatico. Con la giusta fonte di energia, tra poco saremo in grado di inviare un segnale a tutte le menti del pianeta, riscrivendo di fatto la mente umana.

-E l’ordine sarebbe di sottomettersi a te, immagino?

-Credi che abbia formato i Guardiani per conquistare il mondo, ragazzina? Ho intenzione di cancellare il pregiudizio.

-Che cosa!?

-Il segnale cancellerà completamente la paura del diverso dalla mente dell’uomo, imprimendo a forza il sogno di Xavier. Peccato dovrete morire tutti perché funzioni.

-Mi aspettavo un monologo da pazzo ma...wow. Sei davvero schizzato.

-Tu dici? Non appena il Predatore avrà mangiato tutti i mutanti della Scuola, avrà abbastanza energia per alimentare il nuovo Cerebro. Direi che hai ancora un minuto scarso, se proprio hai qualche ultima parola famosa.

-Soltanto due. “Cannon punch”.

C’è un secondo di silenzio, mentre l’Agente Zero cerca di capire che cosa significhino quelle parole, prima che un pugno di pietra sfondi una delle pareti.

-Whoo-hoo! X-Men Uno, Agente Zero! – esulta Rockslide, balzando in piedi e spezzando con facilità le catene.

 

La reazione a catena non potrebbe essere più veloce. Sfondando la parete, il pugno di Rockslide ha interrotto i circuiti di Cerebro quanto basta per risvegliare i mutanti. E’ impossibile vedere il volto dell’Agente Zero quando si ritrova nella stessa stanza di decine di mutanti pronti ad attaccarlo, ma non dev’essere certo un bel vedere.

-Rapporto – è la prima parola che Ciclope pronuncia una volta sveglio, rivolgendosi a Surge.

-AvevochiestoaRockslidediteneredaparteunapartedelsuocorpodausarecomepianod’emergenzaperfortunalasuaformalohaprotettodaglieffettidiCerebroedora – risponde Surge in due secondi.

-Può bastare – la interrompe Ciclope, alzando per un attimo il visore di quarzo rubino: il raggio ottico rimbalza sulle catene dopo averle spezzate, rimbalzando all’impazzata in tutta la stanza per liberare uno dopo l’altro gli studenti.

-Questo non cambia niente. Predatore, penso sia ora di cena per te – incita l’Agente Zero.

-Non ancora – risponde con calma il Predatore.

Genera un campo di forza per proteggere se stesso, Cerebro e l’Agente Zero. Decine di poteri diversi si abbattono sulla barriera, senza neanche scalfirla.

-Ma che stai facendo? Avevamo un piano!

-Lo so. Ho letto nella tua mente le specifiche delle modifiche che ti hanno proposto ma hai bocciato. Non avevi previsto che insieme agli altri poteri sviluppassi la telepatia, vero?

-Tu...tu non puoi...  – balbetta l’Agente Zero.

Il Predatore spinge Quentin giù dalla poltrona di comando, afferrando il casco di controllo ed indossandolo con lentezza solenne.

-Mangiare Proteus [2] mi ha mostrato come cibarmi dell’energia psichica dei mutanti. Grazie alle modifiche che hai fatto a Cerebro, ora posso farlo su scala globale.

-Vuoi mangiare tutti i mutanti in un colpo solo!?

-Credevo ne saresti stato felice: è solo un altro modo di estinguere l’odio mutante.

Il campo di forza cambia forma, spingendo l’Agente Zero all’esterno. Ciclope lo sta fissando, e gli altri X-Men aspettano solo il suo comando per attaccare.

-Forse dobbiamo parlare.

-E di cosa? Non abbiamo alcun motivo per credere ad una sola parola di quello che dici – sottolinea Madrox.

-Non esattamente: mi conoscete piuttosto bene – risponde l’Agente Zero, disattivando il dispositivo che porta al polso.

L’effetto pixel che ne distorce i lineamenti svanisce, rivelando la sua vera identità.

Un doppio di Madrox.

-Ho l’impressione di essere finito in mezzo ad una storia già iniziata – commenta la Bestia.

-Potrebbe essere un trucco – insinua Havok.

-No, so riconoscere me stesso. Anche se non ho idea di come ho fatto a diventare uno dei cattivi – risponde Madrox.

L’Agente Zero apre bocca per rispondere, ma Ciclope lo interrompe:

-Non ha importanza adesso: dobbiamo fermare quest’essere.

 

Il Predatore appoggia le mani sulla testa di Quentin Quire, iniziando il trasferimento di energia mentale. Anche se il potere del Predatore lo rende normalmente immune alla telepatia, ora che le loro menti sono in comunione Quentin può veramente conoscere con cosa ha a che fare.

C’è una memoria ben radicata all’interno del suo cervello. La memoria di essere legato ad una macchina, impossibilitato a muoversi o anche solo a parlare.

Due esseri alieni che discutono telepaticamente. Quentin li riconosce come marziani, la razza che ha cercato di conquistare la Terra pochi anni prima. [3]

[Le scansioni genetiche non lasciano dubbi: non si tratta di un semplice umano] pensa uno di loro.

[Un altro mutante?] risponde l’altro.

[Non esattamente. E’ una sorta di parassita dei mutanti: può assorbirne l’energia con la sola presenza. E’ un potere molto debole, dubito che se ne sia anche solo accorto]

[Non mi importa di cosa pensa un animale. Può essere pericoloso?]

[Non lo so ancora. Il suo potere è molto specializzato. Voglio vedere che cosa succede se potenziamo questa sua capacità]

Un drone entra nel laboratorio, portando con sé un macabro contenitore: contiene resti umani. Ridotti a pezzi abbastanza piccolo da essere ingeriti.

Uno degli alieni apre con forza la bocca del prigioniero. Quentin è nella sua mente quando gli alieni lo costringono a cibarsi di mutanti per la prima volta.

Rivivendo il momento in cui il prigioniero è morto per dare vita al Predatore, anche Quentin Quire smette di vivere.

 

Il cadavere di Quentin crolla a terra ed il Predatore allarga le braccia: il suo corpo sta iniziando a brillare di energia.

-Hank. Come lo fermiamo? – chiede Ciclope.

-Continuo a pensare che il suo potere non possa reggere a lungo a questi livelli; per quanto sia versatile il suo codice genetico, ci sono dei limiti a quello che può gestire un essere vivente. Zero, devi aver previsto delle misure di emergenza. Possiamo sovraccaricarlo?

-Non finché è collegato a Cerebro. L’ho fatto modificare espressamente per poter incanalare le sue energie e ridistribuirle. L’unico modo di fermarlo sarebbe scollegarlo da Cerebro.

-Non possiamo farlo finché si trova all’interno del campo di forza, visto che lo protegge da qualsiasi potere mutante – capisce Ciclope.

-E tutto il resto? – chiede Cloud-9.

Ciclope si volta verso la ragazza. Il bagliore che si intravede dietro il visore di quarzo rubino sembra fissarla.

-Scusate. Dev’essere un’idiozia.

Una luce molto diversa si accende negli occhi della Bestia.

-No, potrebbe funzionare! Se distruggiamo Cerebro, il Predatore andrà in sovraccarico.

-Ma Cerebro è dall’altra parte della barriera – protesta Ciclope.

-La sua interfaccia sì, ma Cerebro è una struttura decentralizzata. E’ pensato per poter continuare a funzionare anche se una sua parte è gravemente danneggiata... i sistemi critici e le ridondanze sono posizionate in quasi ogni stanza della Scuola.

Il Predatore sta brillando sempre di più. Sicuramente non mancano più di pochissimi minuti alla fine del genere mutante.

-Hank...stiamo parlando della Scuola.

-A volte bisogna distruggere le reliquie del passato per poter costruire qualcosa di nuovo.

-Xavier?

-No, l’ho inventata sul momento, ma suona come una cosa che il professore avrebbe detto. A te la scelta, Scott.

Ciclope stringe i pugni. Mai avrebbe pensato di dare un ordine del genere.

-X-Men! Distruggete la scuola Xavier!

-Comincia a piacermi il nuovo insegnante – commenta Satiro.

 

Poche volte questo luogo ha visto uno sfoggio di poteri così disparati, persino all’interno della Stanza del Pericolo. All’ombra di tempeste di sabbia viventi e raffiche di plasma ci sono due mutanti con un potere poco utile ad abbattere case. In realtà, sono quasi la stessa persona.

-Non pensavo avrei mai visto una cosa del genere – commenta Madrox.

-Gli X-Men che distruggono la Scuola per salvare il mondo mutante? Piuttosto ironico, devo ammetterlo – risponde l’Agente Zero.

-Come sei finito così, “Zero”? Non ricordo di aver mandato nessun doppio a costruire un’organizzazione terroristica.

-Ricordi il Madrox che si era infiltrato nell’Hydra? Prima che lo uccidessero, aveva generato un doppio. Non so perché ho iniziato a pensare in modo diverso da voi altri...c’è qualcosa di casuale, nella creazione di un doppio. Qualcosa di imprevedibile, un fattore-X, che porta a galla un lato nascosto dell’originale.

-Io non ho mai voluto conquistare il mondo.

-Ma quante volte hai pensato che per salvarlo si potesse fare di più, prendendo qualche scorciatoia? Puoi negarlo, ma una parte di te lo pensa. Quella parte sono io.

-A questo serviva il messaggio in televisione? Hai fatto tornare indietro le relazioni umani-mutanti di anni con quel messaggio!

-Ho portato a galla l’ipocrisia di nascondersi al resto del mondo quando si predica l’integrazione.

Madrox vorrebbe controbattere, ma visto che il tetto gli sta per crollare sulla testa la priorità diventa darsela a gambe. L’Agente Zero, invece, non si fa illusioni: sa benissimo che la sua carriera finirà qui.

 

Il Predatore sta iniziando a pregustare il pasto. Può avvertire tutte le menti mutanti del pianeta, proprio tra le sue mani. Questo è quello in cui l’hanno trasformato: ogni traccia di umanità è scomparsa da tempo. Questa è la sua possibilità di mettere fine alla propria fame: l’energia di tutti i mutanti lo sosterrà per tutta la vita.

Ma il suo obiettivo gli sfugge. Qualcosa gli strappa quelle menti dalle mani.

Abbassa il campo di forza perché ormai non serve più a nulla: Cerebro è troppo danneggiato per funzionare, e l’intero edificio presto collasserà su se stesso.

L’Agente Zero è di fronte a lui. Non sembra intimorito dalla luce sinistra che il Predatore emana sempre più intensamente.

-Che cosa avete fatto?

-Quello che fanno sempre gli X-Men. Proteggere i mutanti, non importa con quali sacrifici.

-Non è ancora finita; troverò un’altra fonte di energia – controbatte il Predatore, alzandosi in volo.

L’Agente Zero gli salta addosso, aggrappandosi a lui mentre procede con la salita. Il Predatore potrebbe liberarsene usando uno qualsiasi delle decine di poteri che ha sviluppato, se il suo codice genetico non fosse in tumulto ora che Cerebro non può più stabilizzarlo. L’Agente Zero sa benissimo cosa sta per succedere: le energie contenute nel corpo del Predatore stanno per farlo a pezzi. Ma non si lascerà scappare l’occasione di fare l’eroe un’ultima volta.

-Ti sei dimenticato che anche io sono un X-Man – gli ricorda l’Agente Zero, premendo un pulsante nascosto nella cintura.

In mezzo alle macerie, Madrox alza lo sguardo verso l’esplosione che illumina il cielo.

 

Il mattino seguente

 

Hank McCoy non ha chiuso occhio tutta la notte. Ha dovuto parlare con l’FBSA, lo SHIELD, i Vendicatori e la stampa di cosa è successo. Ci manca solo che telefoni Magneto.

E’ a malapena l’alba quando trova abbastanza tempo per recarsi in quello che era il suo ufficio solamente poche ore prima.

Ora è un cumulo di macerie. Ciclope è già lì, seduto sui mattoni caduti a terra.

-Figurarsi se tu non eri già qui. Ci conosciamo da anni e non credo di averti mai visto dormire.

-I ragazzi stanno bene? – è la prima domanda di Scott.

-Per quanto possibile. Alcuni sono un po’ scossi. Altri sono contenti che oggi non ci siano lezioni.

-Come abbiamo fatto a lasciare che succedesse, Hank? Quentin è morto. La Scuola è a pezzi. Uno dei Madrox è impazzito ed ha fondato i Guardiani; è stato solo un caso se lo abbiamo fermato in tempo.

-Non escluderei che ce ne sia un altro come lui in giro. E’ un Madrox, dopotutto.

-Charles non si sarebbe mai fatto sfuggire una cosa simile, Hank. Avrebbe riconosciuto che Quentin stava peggiorando. Nessuno di noi può leggere le menti a continenti di distanza, ma dovevamo accorgercene. Cosa ci è successo?

-Dovrei darti un pugno in faccia.

Anche dietro il visore, l’espressione confusa di Ciclope è ben visibile.

-Poco tempo fa è apparso un portale a New York. Un portale per un altro universo. [4]

-Ne ho sentito parlare. Ero a Genosha all’epoca.

-E’ proprio questo il problema, Scott. Mentre tu e gli altri eravate all’altro capo del mondo a cercare di costruire un’utopia, qui la Scuola andava a rotoli. Quando sono tornato per rimetterla in sesto, siamo finiti in un universo parallelo dove i mutanti erano stati decimati da Scarlet e tu avevi fondato una città-stato per soli mutanti.

-La cosa più divertente, Hank, è che viviamo in un mondo dove quello che hai appena detto mi sembra perfettamente credibile. Vai avanti.

-Il Madrox di quel mondo mi ha fatto capire che cosa potevamo diventare cercando di ghettizzarci sempre di più. E mi ha chiesto di darti un pugno in faccia per quello che avevi fatto nell’altro universo.

-Costruire un’utopia?

-Dimenticare quello che sei pur di cercare di costruirla. Quello che avete cercato di fare a Genosha...diamine, persino quello che ha cercato di fare Magneto, è encomiabile. Ma vi siete dimenticati di tutti gli altri mutanti che erano rimasti al di fuori. E quel che è peggio, vi siete dimenticati degli umani.

Ciclope sospira.

-Forse le cose sarebbero andate diversamente se il piano dell’Agente Zero avesse funzionato ed il pregiudizio non esistesse più.

-Avresti dato il braccio destro pur di fermarlo e lo sai benissimo, Scott.

-Ma anche io sarei potuto diventare come lui. Da quel che dici, sembra che in quell’altro universo sia diventato peggiore. Ora che si fa?

-Ricostruiamo – risponde la Bestia, porgendo la mano a Ciclope per aiutarlo ad alzarsi.

 

I due vecchi amici osservano le macerie della Scuola, ma non vedono solo questo. Vedono i giovani X-Men che, dopo aver appena visto crollare l’unico luogo in cui potevano sentirsi al sicuro, si sono già messi all’opera per ricostruirlo.

Forse, dopotutto, la Scuola Xavier c’è ancora.

 

 

FINE

 

Note

Conclusione molto strana per una serie anomala per l’universo mutante. Ci sono stati parecchi sconvolgimenti nella gestione del parco testate mutante e dei personaggi, e di conseguenza la serie è stata un po’ schizofrenica.

Abbiamo perso per strada alcuni dei personaggi del numero 1: potete ritrovare Amadeus Cho su Vendicatori Segreti e Layla Miller su Dottor Strange.

Che fine faranno studenti ed insegnanti, nonché il sottouniverso mutante Marvel IT...al momento nessuno può dirlo.

Continuate a leggere Marvel IT e prima o poi, da qualche parte, potreste ritrovare la classe che abbiamo seguito per otto strani numeri.

Excelsior!

 

 

 

[1] Nell’ultimo numero

 

[2] Nel numero 5

 

[3] Durante il crossover Marvel IT “La Guerra dei Mondi”

 

[4] Sempre durante il numero 5 e durante “Crossover”